OMELIA PER LA XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C (3)




OMELIA PER LA XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

TEMA: Rivolgi i tuoi pensieri alle cose di sopra, non a quelle della terra

CURA DI: don Justin Nzekwe

OMELIA DI DOMENICA 31 LUGLIO 2022

 

L’insaziabilità è nella natura dell’essere umano. L’essere umano acquisterà sempre anche le cose di cui non ha bisogno. Finiamo per desiderare ciò che semplicemente vogliamo, invece di ciò di cui abbiamo effettivamente bisogno. L’uomo ricco che leggiamo nella lettura del Vangelo di oggi, finì per acquisire così tante ricchezze da pensare di aver ottenuto tutto ciò di cui aveva bisogno per vivere. Aveva detto a se stesso: “Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!” Il suo atteggiamento verso la ricchezza non era quello che Dio si aspettava da noi come suoi figli. Dio non vuole che la nostra felicità dipenda da eredità, banchetti, vacanze esotiche, grandi ville e altri beni terreni. Tutte queste cose possono essere buone, ma non possono soddisfare il desiderio dell’anima umana. Quest’uomo ricco è egoista e pensa solo alla propria felicità. Non si è ricordato dei poveri che lo circondano e che non hanno nulla da mangiare. Non ha pensato agli operai che hanno lavorato per la sua ricchezza, ma soprattutto non ha ringraziato Dio che gli ha dato la vita e la salute, rendendogli possibile la sua ricchezza. Pensava di essere migliore di tutti e che tutto ciò che aveva ottenuto era frutto dei suoi sforzi. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Se abbiamo tutto, ma non abbiamo Dio, allora siamo vuoti e spiritualmente poveri. Gesù ha chiamato questo ricco stolto perché non ha mai pensato alla possibilità della morte, né alla vita eterna. Ha dimenticato che tutte le sue ricchezze non avranno alcun valore per lui quando morirà. Nel suo egoismo e nella sua avidità, ha completamente dimenticato la necessità di accumulare tesori celesti che durino davvero fino alla vita eterna.

La prima lettura dal libro del Qoèlet ci ricorda quanto possa essere insignificante la nostra vita senza Dio. Dice: “vanità delle vanità: tutto è vanità. Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male”. Dio non ci sta chiedendo di smettere di lavorare o che ci sia qualcosa di sbagliato nel conquistare la terra con la scienza. Non ci sta chiedendo di essere pigri. Ci sta semplicemente dicendo di evitare l’avidità. Ci sta dicendo di ricordare sempre che questo mondo è un luogo temporale e che la nostra casa permanente è in cielo. Ci ricorda quanto sia sciocco per noi godere temporaneamente qui sulla terra, per poi soffrire permanentemente nel fuoco dell’inferno. Ci sta dicendo che possiamo usare ciò che abbiamo sulla terra per prepararci a dove saremo dopo la morte. San Paolo, nella sua lettera ai Colossesi, dice: “se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra”. Siamo figli di Dio e quindi Dio non ci permetterà mai di perire. Ci ha dato il suo spirito per continuare a guidarci e condurci a fare la sua volontà. Dobbiamo imparare a pregare e a dare valore a Dio più di ogni altra cosa nella nostra vita. In questa santa messa preghiamo che Dio continui a ispirarci, affinché ci concentriamo sempre su Dio, senza essere distratti dalle cose temporali di questo mondo.

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